Ma l’Europa dorme sulla proroga degli Euro 4?
Il mercato motociclistico europeo perde il 17% nei primi 6 mesi del 2020, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. E anche la seconda parte dell’anno rappresenta un’incognita, visto il rischio di risalita dei contagi. Per questo i costruttori di moto tornano a chiedere alla Commissione Europea una proroga per smaltire le Euro 4
Come molti di voi sapranno, il 2020 è l’ultimo anno utile per vendere moto e scooter Euro 4. Dal 1° gennaio 2021 saranno commercializzabili esclusivamente i mezzi Euro 5. Cosa che non sarebbe stata un problema se quest’anno non avessimo avuto il problema Covid-19 e il crollo delle vendite a causa del lockdown.
Per questo i costruttori di moto, rappresentati in Europa dall’Acem (Associazione Europea Costruttori Moto) hanno chiesto da tempo alla Commissione Europea una proroga di un anno, per poter smaltire le scorte di veicoli Euro 4 anche nel 2021.
Per ora però, a mesi di distanza, ancora nessuna risposta. E si percepisce una certa preoccupazione dai toni di Antonio Perlot, il segretario generale dell’Acem, che ha commentato il comunicato stampa con il bilancio sui primi 6 mesi di mercato europeo.
“I volumi di immatricolazione di moto e ciclomotori rimangono notevolmente al di sotto dei livelli del 2019, a causa dell’impatto delle misure di blocco di primavera”. C’è un parziale rimbalzo, riconosce Perlot, ma poi aggiunge che “è ancora presto per trarre conclusioni significative sull’evoluzione a breve termine del mercato e dell’operatività del settore, soprattutto alla luce dell’evoluzione imprevedibile di COVID-19“.
“Il secondo semestre dell’anno sarà cruciale – continua –, ma resta il fatto che un gran numero di dealer in tutta Europa, in particolare nei mercati più colpiti, subisce ancora una notevole pressione finanziaria. Essi devono anche affrontare la sfida di gestire l’eccesso di scorte di modelli Euro 4 che, in assenza di un’azione decisiva da parte delle istituzioni europee, diventerà invendibile a causa dei cambiamenti normativi“.
“Per questo motivo – chiude – l’industria motociclistica europea rinnova il suo appello ai responsabili politici affinché sostengano gli OEM (Original Equipment Manufacturers), i concessionari e i fornitori in questi tempi difficili, attraverso una proroga del termine per la vendita dei veicoli Euro 4 e misure finanziarie mirate a livello nazionale“.
Per quanto riguarda il mercato, tra gennaio e giugno 2020, le immatricolazioni di motocicli nei cinque maggiori mercati europei (Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito, che rappresentano circa l’80% del totale UE + Regno Unito) hanno raggiunto le 413.200 unità. Questo volume di immatricolazioni rappresenta un calo del 17% rispetto al primo semestre del 2019.
L’attuale andamento delle immatricolazioni nel segmento motociclistico, tuttavia, può essere considerato un relativo miglioramento rispetto ai primi quattro mesi dell’anno. In quel periodo, infatti, le immatricolazioni di motocicli nei principali mercati europei erano diminuite in media del 32,7% a causa della paralisi dell’attività commerciale seguita allo scoppio del virus COVID-19.
Guardando al segmento dei ciclomotori, le immatricolazioni nei maggiori mercati europei (Belgio, Francia, Germania, Italia, Olanda e Spagna) nei primi 6 mesi del 2020 hanno raggiunto un totale di 110.600 unità. Ciò rappresenta un calo del 6,9% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Qui il consuntivo dei primi 7 mesi del mercato motociclistico italiano
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