Prove libere: in arrivo l’obbligo di assicurazione?
L’Italia e gli altri stati membri il prossimo anno saranno chiamati a recepire la Direttiva Assicurazione Veicoli (MID modificata dalla Commissione Europea. Saltato l’obbligo di assicurazione per i veicoli utilizzati nelle competizioni, sembrerebbe rimasto il vincolo di stipulare una polizza per gli appassionati che si limitano alle prove libere in autodromo
Mai vendere la pelle dell’orso senza averlo prima ucciso, recita il proverbio. Un anno fa il mondo motociclistico aveva dichiarato lo scampato pericolo dal rischio di assicurazione obbligatoria per i mezzi da competizione, ma forse avevamo cantato vittoria troppo presto.
Riassumiamo. La Commissione Europea già da qualche anno ha iniziato una revisione della 5a Direttiva Assicurazione Veicoli (MID). Lo scopo è introdurre l’obbligo di una copertura di responsabilità civile per tutti i veicoli, in modo da scongiurare la possibilità di incidenti non risarcibili.
È finita che hanno preso di mira anche i mezzi da competizione, e solo le pressioni molto forti da parte dell’intero mondo automotive hanno fatto sì che a Bruxelles comprendessero che per i mezzi utilizzati esclusivamente nelle competizioni esistono già altre forme di copertura assicurativa. In particolare ci sono le polizze dei circuiti, e quelle legate alla licenza di pilota degli appassionati che le portano in gara.
Quindi la formula introdotta è la seguente: i veicoli destinati esclusivamente agli sport motoristici sono esclusi dal campo di applicazione della direttiva, “poiché tali veicoli sono generalmente coperti da altre forme di assicurazione di responsabilità civile e non sono soggetti all’assicurazione obbligatoria degli autoveicoli quando sono utilizzati esclusivamente per le competizioni“.
Tutto ok? Non proprio, perché ci si è resi conto che dalla formulazione della Direttiva messa a punto restano fuori i mezzi utilizzati esclusivamente in pista ma per prove libere, e non nelle competizioni.
In alcuni paesi sono già diffuse coperture assicurative specifiche. Possono essere annuali o anche del tipo “One event”; vale a dire che si possono stipulare direttamente in pista al costo di 10-15 euro per una giornata di attività.
E in Italia? La copertura migliore la offre la Federazione Motociclistica Italiana con la sua Tessera Sport (costo 110 euro + la quota del Moto Club attraverso il quale si prende la tessera), che copre le prove libere nei circuiti omologati FMI per il 2020, a patto che gli organizzatori della giornata siano Moto Club FMI o organizzatori iscritti alla Federmoto stessa. E allora attenzione, perché non tutti i circuiti sono omologati; così come non tutti gli organizzatori sono iscritti alla FMI.
A questo punto, visto che il testo della Direttiva sembra essere definito e non più alterabile, starà agli stati membri recepirlo nella maniera meno punitiva possibile. E si è già al lavoro per superare il problema con le polizze giornaliere.
Tutto sommato un fatto positivo, perché è giusto e normale che chi va a girare in pista abbia una copertura assicurativa. Per sé stesso, ma anche per gli altri. Sono lontani i tempi nei quali ognuno si pagava i propri danni in caso d’incidente. La speranza è che quando entrerà in vigore la norma, indicativamente fra un paio d’anni, ci sarà un’offerta più variegata, che consentirà a tutti di andare a girare dove vogliono acquistando a cifre accettabili la giusta copertura assicurativa.
Sull’argomento sono già stati pubblicati i seguenti articoli.
– Anche in pista a volte vale il Codice della Strada
– L’UE inciampa sull’assicurazione obbligatoria per i mezzi da corsa
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