Quindici giorni con la Benelli Leoncino
Ho avuto in uso per un paio di settimane la Street-bike (o Scrambler?) della casa italo-cinese. Bellissima nell’estetica, l’ho trovata assai gradevole e rilassante anche nella guida. Con delle insospettate doti di sportività della ciclistica. Qualche pecca qua e là c’è, e non manco di segnalarla, ma il bilancio finale è più che positivo. Venite a fare un giro con me!
La prima volta che ho visto una Leoncino in strada sono stato attratto dal suo design, ma non l’ho riconosciuta. Ho rallentato per sbirciare il marchio sul serbatoio. E sono rimasto colpito quando ho scoperto che si trattava di una Benelli. È partita da qui la mia curiosità; e con essa la mail all’ufficio stampa della casa italo-cinese, per chiederne una in prova.
Vista dal vero, la Leoncino richiama l’attenzione, con il suo design ricercato, fatto di particolari curati. Poi ho acceso il motore, scoprendo un gradevole borbottio allo scarico, tutt’altro che sommesso.
In movimento è una moto estremamente facile e sincera. E non è banale. Ha un suo carattere ben definito. Le marce vanno dentro una dopo l’altra, con un andare piacevole, inficiato solo dalle buche di Roma, che la sospensione posteriore mal digerisce.
Nei quindici giorni in cui l’ho tenuta ho accumulato molti complimenti in strada. E un amico dal quale sono andato a cena con la moto, s’è fatto venire la voglia di comperarla.
Al di là di come va, mi sembrava importante aprire così, perché il design della Leoncino ha riscosso veramente molti consensi in giro. Ora vi racconto i miei 800 chilometri con lei.
Un breve video di presentazione della moto, per vederla in movimento
Personalità e ricercatezza
Al primo sguardo, colpisce subito la personalità, e la qualità di certi componenti. Si guarda volentieri l’andamento di serbatoio e sella, e si notano particolari originali e curati, come il tappo del carburante, o il silenziatore di scarico. Ma anche la forcella upside-down, con steli da ben 50 mm, e i dischi da 320 mm, con pinze radiali a 4 pistoncini.
Ricercati anche i gruppi ottici, tutti full led, ma la luce posteriore di giorno è troppo fioca, e non si nota, se non quando si accende lo stop.
Sarebbe bella pure la strumentazione, inedita nel disegno e molto completa nelle informazioni fornite. Però il vetro superiore ha un’aria un po’ posticcia, e quando si viaggia sotto il sole non si vede praticamente nulla.
Su tutto comunque rimane una sensazione di ricercatezza. Si nota, ad esempio, la manopola di regolazione del precarico dell’ammortizzatore posteriore che sporge da sotto la sella, una finezza. O il pulsante sul manubrio per disinserire l’ABS, anche se poi ci si chiede: ma perché uno dovrebbe disinserirlo?
Ed è proprio la cura nella realizzazione, che fa sfuggire al primo colpo d’occhio certi particolari economici. Come il forcellone in acciaio, o la grossa flangia che supporta la pinza posteriore. Ma anche quelle macchie rugginose su uno dei dischi anteriori.
Metti una marcia alta e vai
Giri la chiave, pigi sul bottoncino, infili la prima e parti. Lo scriviamo o diciamo mille volte. Ma qui sulla Benelli c’è in più un’idea di facilità.
Non serve fare molto, partire non è mai difficile, perché il motore ha coppia anche a 1500 giri, prende bene sempre, pure con una marcia alta, pure in salita. Un po’ di gas e ti muovi in maniera rilassata.
Poi le marce vanno via una dopo l’altra, rapidamente. Non si accelera forte, a meno di strapazzare il motore; ma ci si diverte. E si guida rilassati, aiutati dalla posizione in sella e dal manubrio largo, che consentono un buon controllo del mezzo, pure ai neofiti.
Dentro una marcia alta e via, senza usare troppo il cambio.
Dove la strada si apre, la souplesse più gradevole è intorno ai 100 km/h. Ma si può andare anche di più. Nei trasferimenti autostradali si tengono facilmente i 130 km/h costanti, senza una spinta eccessiva del vento. Aprendo il gas, i 160 indicati sono a portata di mano.
I dati tecnici parlano di 47,6 cavalli a 8500 giri, e di una coppia massima di 4,6 kgm a 6000 giri. Personalmente nei miei chilometri con la Leoncino ho preferito spostare in basso il regime d’utilizzazione. Fra i 2 e i 4500 giri, andando a spasso, fra i 4 e i 6500 per una guida più nervosa. Oltre non conviene andare, perché il motore ha poco allungo, anche se la linea rossa è posta a 10mila giri. Si va più forte se poco sopra i 6mila si mette la marcia superiore.
In compenso il rumore è addirittura gasante. E c’è un motivo: la caduta di giri fra una marcia e l’altra è di soli 500 giri, contro i circa 1000 della maggior parte delle moto. Ricorda il rumore di una moto da corsa, con le marce molto ravvicinate. Qui però non l’hanno fatto per andare più forte. Al contrario, con molta coppia e poco allungo, questa scelta aumenta la gradevolezza di guida, facendo in modo che le marce volino via rapide una dopo l’altra.
Una scelta azzeccata, perché siamo su una Street-bike da 500 cc. Anche una scelta che agevola il neofita in scalata, perché la caduta di giri ridotta aiuta a gestire la ruota posteriore quando si scende di marcia, senza l’esigenza di “tirare su il motore” con il gas, né di accompagnare il rilascio della frizione: la ruota posteriore non reagisce mai bloccandosi, come succede su tante moto.
Per contro si nota un’escursione un po’ lunga del pedale del cambio. Nulla di problematico, ma chi è abituato a cambi più sportivi nota subito la non entusiasmante esigenza di muovere parecchio il piede.
Un piccolo neo e un grosso pregio, per chiudere con la parte dedicata al motore. Il piccolo neo è la rumorosità della ventola di raffreddamento del radiatore: si fa sentire quando si passeggia a bassa velocità nei vicoli urbani. Il grosso pregio sono i consumi, veramente ridotti. Giocando con il gas si fanno 28 km/l, guidando rilassati si raggiungono i 35. Molto più di quanto la Benelli dichiari sulla scheda tecnica della moto. Ottimo!

Una ciclistica inaspettatamente rapida
La Leoncino stupisce positivamente per la sua agilità. Basta pensare una traiettoria, anche nei tornanti stretti, e lei è già dentro. E se il fondo non è troppo ondulato, la si può piegare fino a “chiudere le gomme”.
Quella sportiva è una guida che non dovrebbe appartenerle, ma la Leoncino va sempre bene, e si mantiene coerente nel suo comportamento.
Merito ovviamente dei progettisti, che hanno individuato delle corrette quote ciclistiche e un buon bilanciamento. Merito anche delle sospensioni, che saranno un po’ “cheap”, ma sopperiscono con la loro rigidezza.
E qui devo citare un altro piccolo neo: la sospensione posteriore è un po’ troppo rigida. Anche con il passeggero. Alla fine ho optato per l’apertura totale del precarico, che ha regalato un po’ di comfort in più. Però in questa situazione quando si piega sul veloce e si trova la strada ondulata, si innescano dei pompaggi fastidiosi.
La coperta è corta: o state scomodi, ma avete una moto in grado di andare molto più di quanto ci si aspetterebbe, o state comodi, ma tenete a freno i bollenti spiriti quando iniziano le curve.
Per il resto, un plauso ai freni, sempre ben presenti e modulabili. E funziona bene anche l’ABS, testato in modalità grullo: ho trovato un piazzale in terra, sono arrivato a 40 km/h e ho tirato i freni. Ho riconsegnato la moto senza un graffio, quindi ha funzionato!
Due parole sul passeggero. La parte di sella a sua disposizione è un po’ piccola. Non scomoda, ma piccola. Significa che due persone grassottelle non ci stanno comode sulla Leoncino. Due persone normali si. E la mia passeggera ha trovato la moto confortevole. Solo un po’ d’intralcio delle maniglie laterali, quando si sale o si scende. Ma anche il lato positivo che la marmitta è ben protetta e non ci si scotta mai.
E quindi?
La Leoncino mi è piaciuta. Sono stato catturato dal suo styling e dalla sensazione di rilassatezza che mi ha indotto nella guida. Che non ha significato andare piano. Al contrario, la ciclistica così agile, spesso mi ha invitato ad andare sin troppo. Con il risultato che in un cambio di direzione in discesa e in frenata, quando la strada si è ondulata la ruota posteriore si è alzata un tantino, e ho faticato un po’ a convincere la moto a curvare.
Ma la Leoncino non nasce per questo. Lei è pensata per portare a spasso in modalità relax. E per questo è azzeccatissima.
Quindi, se cercate una moto dallo styling ricercato e originale, gradevole da guidare e onesta nelle prestazioni, l’avete trovata. La volevate anche economica? Beh, questa la portate a casa con soli 5.990 euro. Pensateci!
Cosa mi è piaciuto
- Lo styling
- La gradevolezza e la semplicità nella guida
- La coerenza della ciclistica
- L’economicità: costa poco e consuma pochissimo!
Cosa non mi è piaciuto
- La sospensione posteriore troppo rigida
- La strumentazione che di giorno si vede male
- La ventola di raffreddamento rumorosa
- La mancanza di un minimo vano portaoggetti
La Benelli, fra Pesaro e la Cina di Qianjiang e Geely
Il marchio Benelli è stato rilevato nel 2005 dalla cinese Qianjiang Group, produttrice di mezzi a due ruote di piccola cilindrata (suo il marchio Keeway), ma anche di quadricicli, bici elettriche, rasaerba, golf car, generatori e pompe.
Qianjiang non è propriamente un piccolo gruppo. In Cina dà lavoro a 14mila dipendenti, con una produzione annua di 1,2 milioni di mezzi a due ruote e di 2 milioni di motori per altre applicazioni.
In questo contesto va aggiunto che nel 2016 il Geely Group ha rilevato il 29,77% di Qianjiang, creando una base economica fortissima, grazie alla quale probabilmente sono stati impostati gli investimenti che stanno portando ai nuovi modelli (si parla a breve di un motore 750 cc e di nuove moto).
Chi è Geely? Beh, oltre a produrre automobili in Cina con il proprio marchio, Geely è proprietario anche di Volvo e di London Electric Vehicle Company. Controlla inoltre la maggioranza di Lotus, Lynk & Co e Proton. Possiede il 9,7% di Daimler-Benz.
La Leoncino è stata disegnata e sviluppata a Pesaro, ma è prodotta in Cina. Nello stabilimento di Pesaro si continuano invece a produrre le TNT 3 cilindri, che non possono più essere commercializzate in Europa, perché ferme all’omologazione Euro 3. Trovano però sbocco in Cina, dove sono regolarmente commercializzate.
I mercati di riferimento per il marchio Benelli, oltre a quello europeo, sono tutti quelli asiatici e quello sudamericano. Prevista anche una crescita delle vendite in Iran.






SCHEDA TECNICA / TECHNICAL DATA | ||
M.Y. 2017 | Pagine/Pages | 3 |
LEONCINO 500 |
MOTORE / ENGINE | |
TIPO | 2 cilindri in linea, 4 tempi, raffreddamento a liquido , doppio asse a camme in testa, 4 valvole per cilindro |
TYPE | In line 2 cylinders, 4-stroke, liquid cooled, double overhead camshaft, 4 valves for cylinder |
CILINDRATA | 500 c.c. |
DISPLACEMENT | |
ALESAGGIO x CORSA | 69 x 66,8 mm |
BORE x STROKE | |
RAPPORTO DI COMPRESSIONE | 11,5:1 |
COMPRESSION RATIO | |
POTENZA MASSIMA | 35 kW (47,6 Cv) @ 8500 rpm |
RATED OUTPUT | |
COPPIA MASSIMA | 46 Nm (4,6 kgm) @ 6000 rpm |
MAX. TORQUE | |
LUBRIFICAZIONE | Forzata a carter umido |
LUBRICATION | Forced wet sump |
ALIMENTAZIONE | Iniezione elettronica con corpo farfallato ø 37 mm |
FUEL SUPPLY | Electronic fuel injection with throttle body ø 37 mm |
IMPIANTO DI SCARICO | Con sistema catalizzato e sonda lambda |
EXHAUST SYSTEM | With catalytic converter and oxygen sensors |
OMOLOGAZIONE | Euro 4 – CO2 emissions: 91g/km – Fuel consumption 4,3 l/100km |
CERTIFICATION | |
FRIZIONE | In bagno d’olio |
CLUTCH | Wet clutch |
CAMBIO | 6 rapporti |
GEARBOX | 6 speeds |
TRASMISSIONE FINALE | A catena |
FINAL DRIVE | Chain drive |
IMPIANTO ELETTRICO / ELECTRIC EQUIPMENT | |
ACCENSIONE | ECU – TLI |
IGNITION |
CANDELA | NGK CR8E |
SPARK PLUG | |
AVVIAMENTO – STARTING | ELETTRICO – ELECTRIC |
CICLISTICA / CHASSIS | |
TELAIO – FRAME | Telaio in tubi in acciaio – Frame in steel tubes |
SOSPENSIONE ANTERIORE | Forcella upside-down con steli ø 50mm regolabile nel freno estensione |
FRONT SUSPENSION | Upside-down forks Ø 50mm with rebound brake adjustable |
ESCURSIONE SOSPENSIONE ANTERIORE | 125mm |
FRONT SUSPENSION STROKE | |
SOSPENSIONE POSTERIORE | Forcellone oscillante con mono ammortizzatore laterale regolabile nel precarico molla e freno estensione |
REAR SUSPENSION | Rear swing arm with lateral shock absorber with spring preload adjustment and hydraulic rebound brake adjustable |
ESCURSIONE AMMORTIZZATORE POSTERIORE | 51 mm – ( 128mm escursione ruota post. – 128mm rear wheel travel ) |
REAR SHOCK ABSORBER STROKE | |
FRENO ANTERIORE | Doppio disco semiflottante ø320 mm pinza radiale 4 pistoncini e ABS |
FRONT BRAKE | Twin semi floating disk ø320 mm with 4 piston radial calliper and ABS |
FRENO POSTERIORE | Disco singolo ø260 mm con pinza flottante singolo pistoncino e ABS |
REAR BRAKE | Single disc ø260 mm with single piston floating calliper and ABS |
TIPO CERCHIO ANTERIORE | In lega di alluminio |
FRONT RIM TYPE | Aluminum alloy |
DIMENSIONI CERCHIO ANTERIORE | 17” x MT 3.50” DOT |
FRONT RIM DIMENSIONS | |
TIPO CERCHIO POSTERIORE | In lega di alluminio |
REAR RIM TYPE | Aluminum alloy |
DIMENSIONI CERCHIO POSTERIORE | 17” x MT 4.5” DOT |
REAR RIM DIMENSIONS | |
PNEUMATICO ANTERIORE | 120/70-ZR17 |
FRONT TYRE | |
PNEUMATICO POSTERIORE | 160/60 – ZR17 |
REAR TYRE |
DIMENSIONI / DIMENSIONS | |
LUNGHEZZA | 2160 mm |
LENGHT | |
LARGHEZZA SENZA SPECCHI | 875 mm |
WIDHT EXCLUDING MIRRORS | |
ALTEZZA SENZA SPECCHI | 1160 mm |
HEIGHT EXCLUDING MIRRORS | |
ALTEZZA SELLA PILOTA | 815 mm |
PILOT SEAT HEIGHT | |
INTERASSE | 1460 mm |
WHEELBASE | |
ALTEZZA DA TERRA* | 165 mm |
GROUND CLEARANCE* | |
MASSA IN ORDINE DI MARCIA | 207 kg |
MASS IN RUNNING ORDER | |
CAPACITA’ SERBATOIO | 12,7 lt |
USABLE TANK VOLUME | |
RISERVA | 2 lt |
RESERVE |
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