Un giorno al Giro d’Italia

Metti una mattina da infiltrato con gli amici della squadra esterna RAI di motociclisti che seguono il Giro d’Italia. È successo l’8 maggio, quando la carovana di ciclisti è passata per Frascati e i Castelli Romani
(Nella foto d’apertura Nazareno Agostini, il pilota della Motoripresa 1 mi racconta…)

Rick, mangiamo a Grottaferrata, ancora non so dove. Vieni in zona intanto. Appena ho le coordinate ti dico dove venire”. Giuseppe Marino, il pilota della Motocronaca 1 al Giro d’Italia, è un amico che incontro quando la carovana passa nelle vicinanze di Roma. Già alla sera prima mi aveva scritto Nicola Aiolfi, il pilota della Motocronaca 2, dandomi le coordinate del ristorante dove la squadra esterna della RAI che segue il giro era a cena. Ma non ero potuto andare.

È mercoledì 8 maggio, piove a dirotto, e alle 14 da Frascati dovrà partire la tappa che terminerà a Terracina. Questa volta arrivo in tempo. Loro sono già tutti da DJ Pizza, il cui parcheggio si affaccia proprio dove passerà il Giro; l’unico posto che hanno trovato sulla strada dove passerà il gruppo poco dopo la partenza.

Già, loro seguono il Giro. Le immagini che vedete in TV le girano questi ragazzi qui in diretta con le moto. E i commenti dei giornalisti che vivono la gara dentro il gruppo si fanno grazie a Giuseppe e a Nicola, che li portano in moto. Un rapporto simbiotico, perché per 20 giorni questi qui vivono assieme, condividono la sella, il bello e il brutto tempo, il caldo e il freddo, le emozioni e i tour de force.

La comitiva è allegrissima, nonostante la pioggia, che prendono con filosofia. Mi accolgono, e presto conosco anche gli altri del gruppo.

Manca un pezzo, vero? Vi state chiedendo come mai conosca questa comitiva?

Le grandi aziende che hanno del personale che guida veicoli, sono sempre più sensibili al tema della sicurezza e della formazione. E fanno “certificare” i loro guidatori.

In questo caso, questi motociclisti debbono possedere delle doti particolari. Come l’abilità di andare pianissimo con un operatore in piedi dietro una moto, che arriva a pesare 600 kg con tutte le attrezzature necessarie per una lunga diretta. Pianissimo significa anche 4 km/h sulle salite più ripide, che arrivano al 20%. Per contro debbono anche saper andare forte in discesa, dove i ciclisti possono superare i 100 km/h su strade ripidissime e strette. E se devi girare le immagini, devi per forza andare come loro. Se poi si rompe una moto, il pilota di quella che segue deve colmare il buco prima possibile, con l’abilità di guidare anche molto forte. Il tutto senza creare problemi ai ciclisti in gara.

Un lavoro difficilissimo il loro, e di grande responsabilità. Per questo negli ultimi due anni si sono affidati a un formatore d’eccezione; uno veramente bravissimo!

Scherzo, ma avete capito perché ci conosciamo così bene. E perché da appassionato di ciclismo e da istruttore di guida della moto, sono emozionato ogni volta che in televisione viene lodata la bravura dei miei ragazzi. Massì, lasciatemeli chiamare così, anche se io ho aggiunto poco, perché alla base c’erano già loro, bravissimi nella guida della moto e nel loro lavoro.

Si chiacchiera, si ride, si fa un po’ di casino.

Poi, Nazareno Agostini (Nazza) e Giuseppe Marino mi fanno il regalo più bello: due copie del Garibaldi!

Il Garibaldi è il libro che la RCS stampa per gli addetti ai lavori che seguono il Giro. Una guida con la descrizione di tutte le tappe, i tempi medi, l’itinerario, i punti difficili, l’organizzazione, i riferimenti. Mi chiamano fuori dalla pizzeria e… Giuseppe mi ha portato il suo primo Garibaldi, quello del suo primo Giro, fatto 3 anni fa, subito dopo il corso. Nazza invece mi consegna una copia del Garibaldi di quest’anno, che sto usando per seguire le varie tappe.

Eccola la lacrimuccia, perché non si vive di solo pane, davvero.

Si chiacchiera, si ride, si scherza. Fuori piove a dirotto e ci sono 8 gradi. Ma a loro non sembra interessare. Sono attrezzati. Qualcuno ha il domopak da mettere sotto i guanti, qualcun altro, come il Nazza, usa dei guanti in gomma neri e alti, roba da pescatore.

Mentre si preparano mi affaccio fuori. Il silenzio sotto la pioggia è spettrale. Solo le persone delle villette che si affacciano sulla strada sono sui marciapiede con l’ombrello, ad attendere i corridori.

Una foto di gruppo, poi iniziano a mettere i caschi. Ci battiamo il pugno con molti di loro mentre accendono le moto. Si piazzano a lato della strada con i motori accesi. Sta arrivando il gruppo. Eccoli, arrivano i primi! Nazza parte subito, Francesco Simula, l’operatore si alza in piedi sulle pedane e… se stavate guardando la TV vi sono apparse le immagini del Giro.

Fra Giuseppe Marino, a sinistra, e Nazareno Agostini, con le due copie del Garibaldi



Se siete appassionati di ciclismo li riconoscerete quasi tutti: nel loro settore sono dei miti

Nazza ci mostra le pedane realizzate per consentire all’operatore di viaggiare in piedi per l’intera durata della tappa (circa 5 ore!). Notare il suo casco personalizzato


I supporti delle antenne in carbonio sono una finezza da appassionati di moto

Con le altimetrie della giornata sul retro del casco,perché il giornalista che fa il commento possa consultarle durante la gara


La plastica sulle mani, per ripararle dall’acqua che inevitabilmente penetra nei guanti


Si parte!
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