Video: vi spieghiamo l’ammortizzatore Airtender
Intervista con Gabriele Bellani, l’ingegnere che ha progettato e realizzato questa rivoluzionaria sospensione posteriore che garantisce maggiore comfort di guida e aderenza; con in più la possibilità di regolarla facilmente per adattarla alla presenza di un eventuale passeggero o di bagagli
Descrivete il funzionamento dell’ammortizzatore posteriore della vostra moto. Se avete una sportiva potrà essere molto rigido. Su una Endurona o una turistica invece sarà particolarmente soffice. Nel primo caso non godrete di un buon comfort di marcia su fondi moderatamente accidentati, nel secondo avrete problemi sulle buche profonde o quando vorrete guidare in maniera più grintosa.
Per non parlare di quando caricherete passeggero e bagagli; con l’esigenza di intervenire sul precarico della molla. Un’operazione non rapida, per la quale serve una chiave specifica. E la capacità di capire quanti giri dare in più alla ghiera.
La soluzione si chiama Airtender, ed è un sistema ammortizzante che potete comperare e far adattare alla vostra moto. Lo hanno inventato quelli di Umbria Kinetics e consiste in un sistema misto aria/olio, che si monta in serie con la molla.
Nella prima parte dell’escursione della molla, l’Airtender non interviene. Quando invece le sollecitazioni sono molto forti, oltre alla molla lavora anche il serbatoio dell’aria in pressione, che garantisce un comfort di marcia e un contatto pneumatico/asfalto enormemente più elevati.
All’aumento del carico basta poi intervenire sul bullone posto sul serbatoio dell’olio, per ottenere lo stesso effetto di un aumento del precarico della molla.
Nel video che segue, Gabriele Bellani, l’ingegnere che ha inventato e realizzato l’Airtender, ce ne illustra il funzionamento.
Il test su strada
Per conto mio aggiungo di aver provato l’Airtender su una Honda Africa Twin. È successo ad Atessa, in occasione della nostra visita in Honda. Ero con la mia compagna, quindi moto carica. E abbiamo potuto fare una comparativa. All’andata abbiamo infatti utilizzato un’Africa Twin originale, mentre la seconda metà del tour l’abbiamo fatta con una moto dotata di Airtender.
Il primo impatto è scioccante. Le asperità stradali spariscono dalla sensazione tattile del sedere e dei piedi sulle pedane. La strada sembra diventare improvvisamente liscia come un biliardo. Ma la moto non diventa soffice e instabile come se avessimo mollato tutto il precarico della molla posteriore. Al contrario, la sensazione di aderenza e sincerità del posteriore ne esce addirittura accresciuta. Si “sente” bene la gomma e si guida con tranquillità.
Unica precauzione, Federico Giuliani di Airtender ci ha regolato la sospensione prima che partissimo, informandosi sul nostro peso. Ma basta poco, anche perché Giuliani ha una formula pronta per calcolare quanti giri dare o togliere alla posizione base in funzione dell’aumento o della diminuzione del carico. E lo si fa con il solito bullone sul serbatoio pressurizzato: niente più ghiera della molla.
Difetti? Solo uno: se si prova ad andare forte e aggressivi, la sospensione posteriore in ingresso di curva, quando si entra frenati, sembra spingere un po’ troppo sulla forcella. La sensazione è lo sterzo che prova a chiudere. Ma stiamo cercando il pelo nell’uovo, riferendoci a una guida che non appartiene all’Africa Twin. E, comunque, quelli di Umbria Kinetics si stanno preparando a mettere le mani anche sulle forcelle, con un secondo kit.
Date un’occhiata al video, poi, per ogni domanda, scrivete pure qui sotto, nel Forum: vi risponderanno direttamente i ragazzi che hanno realizzato l’Airtender.
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