Triumph Street Triple RS: la mia prova
Ufficialmente dovevo farci un giretto tranquillo, poi però mentre la stavo portando a casa lei ha alzato un po’ la ruota anteriore. Così mi è venuta voglia di andarci un po’ a spasso e… ve la racconto!
Si chiama Triumph Street Triple RS, è una naked sportivissima e l’ho ritirata al venerdì per usarla domenica nel giro sui Monti Sibillini.
Ci sono andato a casa della mia compagna, Giada, un’azienda agricola in zona Castelli Romani, scandalizzando subito suo padre, secondo il quale la figlia avrebbe sofferto troppo il minisellino del passeggero. E poi (sciagura!), ha capito che non è una moto per andare piano.
Sorrido la mattina dopo mentre la accendo e mi avvio verso casa mia, dove ho del lavoro urgente da sbrigare. Il giretto del mattino per tornare a casa e mettersi a lavorare. La solita strada rovinata, dove impari le traiettorie fra una buca e l’altra, e alla fine riesci ad andare anche spedito.

Mi avvio, tranquillo per prenderle le misure, e scopro di conoscerla già. Ha tutte reazioni che mi sono note. È una moto da corsa molto equilibrata. E, soprattutto, ti “racconta” tutto di ciò che sta facendo, con una formidabile trasparenza sull’aderenza delle gomme.
Esco da una rotonda, strada in salita, asfalto un po’ ondulato, una leggera curva a destra. Apro il gas in prima, il motore urla subito, la ruota anteriore galleggia, il manubrio mi si gira in mezzo alle mani. Seconda e terza senza chiudere il gas e senza rimettere il manubrio dritto. Poi arrivano una serie di curve e di scollinamenti. Li passo di slancio, giocando con il cambio e leccando i freni. Mi tuffo in discesa con leggerezza, anche quando ci sono cambi di traiettoria.


Il contatto delle gambe con il serbatoio è perfetto; gli incavi sono comodissimi e consentono di sentire benissimo la moto e di controllarla. Una cosa non frequente. È piccola per me, ma mi sento un tutt’uno con lei, come se la guidassi già da tanto; e arrivo sulla strada di casa che rido dentro il casco come un cretino.
Questa moto è maleducata!
Ho voglia di sentirla ancora, di prenderci un po’ la mano. Sono solo, ho lo zaino con l’Ipad sulle spalle che mi limita nella guida, ma se torno a casa non esco di nuovo. Giro a sinistra, con l’idea di salire solo fino a Rocca Massima. Pochi chilometri, poi giuro che rientro a lavorare.
Conosco quella strada a memoria, è su un giro che ho fatto spesso per provare le moto. Arrivo su tutto d’un fiato, divorando i tornanti, i rettilinei e le semicurve da fare in accelerazione. Solo un’incertezza in una sinistra destra, quando è sbucato un furgone e io avevo la ruota anteriore leggermente alzata. E non potevo cambiare traiettoria. Ho chiuso il gas di botto, e lei si è fatta rimettere a destra con un attimo. Neanche il brividino dietro la schiena.
Arrivo a Rocca Massima e vedo altri due motociclisti che girano verso Segni e… non posso lasciarli andare da soli! Sono sulla strada della perdizione. Ero uscito per andare a lavorare. Però, a dire il vero, sto lavorando. Che culo.
Da Segni la discesa verso la Carpinetana offre dei bei curvoni in pendenza, e la Street ci va dentro tranquilla e ferma come una roccia sull’anteriore, anche entrando frenati. La forcella non affonda mai troppo, nonostante i miei 100 kg; e se la strada fosse chiusa e io avessi la tuta, metterei il ginocchio a terra.
Poi inizio il toboga e i saliscendi della Carpinetana. I curvoni con scollinamento da fare in appoggio, e quelli in leggera salita da mangiare con il gas. E ci si diverte anche lì.
Ricorda tantissimo le moto da corsa questa piccola Triumph; in tutto. È rigida, ma amichevole. Il motore prende subito forte, ma non spaventa troppo nell’allungo. In fin dei conti ha solo 123 cavalli per 166 kg di peso a secco. Solo? Lei è leggera, ed equilibratissima di ciclistica. Ed è molto a punto su tutto. Il motore è un violino, che sale uniforme a 11.750 giri tutto d’un fiato. Il cambio elettronico quando metti la marcia superiore è morbido, fluido. Puoi cambiarci anche in curva.
E allora scopri che il ritmo della Street potrebbe essere altissimo, e il limite te lo metti tu con la razionalità. Perché l’energia cinetica va con il quadrato della velocità. Cosa che quando ti trovi ad avere un imprevisto sulla strada si traduce nella celebre espressione motociclistica “cazzo, cazzo, cazzo, non mi fermo più”.
Non è una moto per tutti la piccola Triumph cattiva. Perché per guidarla bisogna uscire dall’idea di cercare il limite. Bisogna divertirsi il giusto, con la testa sulle spalle, evitando eccessi. Altrimenti mettete la tuta e portatela in pista. Che avrei voluto farlo anche io.





E ora la fine della storia. Volete sapere com’è andata con Giada seduta dietro? State aspettando la classifica delle parolacce, memori della “prova passeggero terrorizzato” fatta recentemente con la BMW? Niente di tutto ciò.
Il debutto è stato domenica mattina alle 7.30 a casa mia (alle 9 dovevamo essere a Passo Corese, circa 100 km).
“Amore, hai visto le mie scarpe da moto?”.
“Scusa, porti 36 e io 45, che ne so delle tue scarpe da moto?”.
Silenzio.
Silenzio.
Silenzio.
“Amore, non so come dirtelo, ma ho dimenticato le scarpe da moto a casa mia”.
Breve fase di mutismo, rapido conto mentale degli orari e dei chilometri: non ce la faremo mai. Risposta: “vestiti, sali in moto con i sandali e passiamo a casa tua a prendere le scarpe da moto. Facciamo in tempo”.
Così i suoi primi chilometri sulla Triumph sono iniziati alle 7.50 di domenica mattina, senza colazione e con il contagiri della Street tendente al rosso.
Recuperate le scarpe e partiti in maniera più paciosa, ecco nel casco il primo commento: “questa moto è affascinante. E ha un rumore della Madonna. Certo, non so dove tenermi e quando dai gas penso sempre di scivolare, ma bella bella”.
Il resto… l’ho vista farle una carezza domenica sera dopo il giro. E prima che la riconsegnassi mi ha detto che è passata a darle un saluto con la mano sul serbatoio.
Si chiama Street Triple RS e l’unico difetto vero che le ho trovato è la coppia di fari anteriori che sono poco più che sufficienti. Ma chi se ne importa, tanto quando è buio non si va più a giocare sui passi.
Per il resto è una moto di eccezionale equilibrio. Piccolina: fossi più leggero di 40 kg e avessi 30 cm di altezza in meno avrebbe messo in pericolo la Tuono. Che invece resiste saldamente. Perlomeno fino a quando non mi daranno in prova la Speed Triple RS…
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E ora un po’ di immagini









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